Perdonami se non sono ciò che ti aspetti, perdona i miei stati di assoluta drammaticità, perdonami se credo che nell’essere adulti non ci sia niente di eccitante. Perdonami se mi metterai un cuore tra le mani ed io non saprò che farci.

– Cosa vuoi che sia l’amore se non un insieme di cazzate a forma di cuore che c’inventiamo per non rimanere soli? Non si dovrebbe strumentalizzare l’amore, dovremmo accettare la solitudine. – Tu hai solo 20 anni, non conosci la solitudine, altrimenti vorresti ucciderla. Quando incontrerai la tua donna, quella che ti rimane addosso dopo…

Avete presente i teatri vuoti? Oggi mi sento così. Aspetto una marea di applausi che non arriveranno.

I cuori degli uomini più che amore contengono spavento.

Ho pensato di disegnarmi intorno una gabbia a sbarre strette e sottili. Non passa nulla, né un piede né un cuore. Sono salva.

Non cerchiamo quasi mai la stessa casa per tutta la vita. Ci trasciniamo di necessità in necessità dentro a luoghi che, col tempo, ci diventano nemici. Siamo viaggiatori, spesso soli, siamo passeggeri, siamo vagabondi.

A cosa state rinunciando pur di non essere felici? A cosa dite no ogni giorno per mantenervi una vita uguale a tante altre? La colpa è un sentimento enorme e prima o poi si farà sentire.

Non mi piacciono le persone che esaltano la donna solo in questo giorno facendo sapere al mondo che la migliore ce l’hanno loro, ma neppure i contestatori che additano i pensatori romantici dell’ultimo minuto ribadendo il concetto esasperante che le donne vanno omaggiate tutto l’anno. Io dico che non ho bisogno di nulla, né oggi…

Ho il cuore in ogni parte del corpo, appena sotto pelle nelle mani, nello stomaco, al posto del cervello. Sono un groviglio di battiti affrettati, un pulsare inarrestabile.

– Ma tu cosa vorresti fare da grande? – Io? Beh… bolle di sapone.